Trovare il corretto assetto in bici non è facile, ecco alcuni consigli.

Il corretto assetto biomeccanico fa la differenza

Trovare il corretto assetto in bici non è facile, ecco alcuni consigli.

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Nell’agosto 2016, quando il campione tedesco Tony Martin finì 12esimo ai Trial Individuali a tempo ai Giochi Olimpici di Rio – 3:18 dietro Fabian Cancellara, medaglia d’oro – molti pensarono che il ciclista tedesco fosse già verso la fine della sua carriera. Tuttavia poco dopo, nell’ottobre 2016, Tony Martin si prese la sua rivincita ai Campionati del Mondo in Qatar dove non solo vinse la Cronometro a squadre con il suo team, ma stupì nella prova individuale portando a casa un altro oro – il suo quarto oro in questa disciplina.

Cosa accadde tra agosto e ottobre? Un formidabile recupero? Un estenuante programma di allenamento lo aiutò a rimettersi in forma?

Martin poi svelò che prima dei Mondiali in Qatar, si era allenato nel suo bagno di casa con la stufa accesa così da abituarsi alle condizioni climatiche che avrebbe trovato a Doha. Finiti i Mondiali, Martin ha poi confessato che la gara di per sé era stata più facile del “bollente” allenamento nel bagno.

Fu anche un’altra la ragione (più tecnica) a determinare il suo successo. Dopo i Giochi di Rio, Martin decise di adottare nuovamente la sua precedente posizione sulla bici da crono. Non una posizione aerodinamica come quella che optò per Rio, ma una che in passato lo aveva aiutato a produrre più potenza sulla sua bici.

Prima di Doha, Martin raccontò a Radsport News, che per ottenere la posizione aerodinamica adottata a Rio erano stati apportati molti cambiamenti importanti. “Avevo le mani molto in alto e i gomiti bassi, e non era naturale per me. Ora, sono di nuovo in una posizione più confortevole. Bisogna accettare il fatto che l’aerodinamica non è tutto, ma che il fattore ‘comfort’ può giocare un ruolo molto, molto importante. Se il tuo corpo non lavora bene, allora la componente di aerodinamica perde il suo significato”.

E questo è ugualmente, se non più importante, per le competizioni con chilometraggio maggiore, o eventi come l’IRONMAN e l’IRONMAN 70.3. L’equilibrio tra comodità e aerodinamica è difficile da trovare, ma che bisogna considerare quando spendi una considerevole parte del tuo allenamento sulla bici da crono.

Quando Mat Steinmetz, il meccanico assunto da Cervélo per sviluppare la P5X e un TrainingPeaks contributor, presentò il bolide alla stampa europea, mise anche in evidenza le sue caratteristiche principali, presentandole in quest’ordine: comfort, potenza e aerodinamica.

Molti meccanici darebbero importanza solo ai parametri numerici, senza considerare la tua comodità in sella, o persino la tua performance. Ed è una pessima abitudine. Non è così importante quanto aerodinamico riesci ad essere sulla tua bici: se la tua posizione non è confortevole e non puoi sostenerla a lungo, allora l’aerodinamica raggiunta è inutile e può anche essere buttata dalla finestra.

Tuttavia, l’impossibilità di mantenere una posizione aerodinamica potrebbe voler dire che al momento la tua forma fisica non è ancora ad un livello tale da permetterti di allenarti in quella posizione (ma nel tempo può essere adattata). O magari può voler dire che la posizione di massima aerodinamicità per il tuo assetto non ha semplicemente molto senso.

E Tony Martin ne è un esempio ad alti livelli. Martin è uno dei migliori specialisti della cronometro ed è abituato a questi assetti di corsa. Eppure, l’assetto aerodinamico che aveva a Rio non era semplicemente per lui. Un assetto più morbido, come quello adottato in Qatar e in precedenza, era in realtà l’ideale e gli ha permesso di dare il meglio. Martin ha anche detto che lavorerà ancora sull’aerodinamica quest’anno, ma l’obiettivo di diventare più veloce verrà raggiunto poco per volta, ciò gli permetterà di adattarsi all’incremento di velocità e, nel contempo, di non perdere potenza.

Ma come si programmano i parametri della bici a seconda della competizione? Hai bisogno di un set-up diverso se gareggi in crono veloci, IRONMAN, o IRONMAN 70.3? E, più importante, hai davvero bisogno di sviluppare un assetto in sella? E se sì, quando modificarlo?

Il due-volte campione del mondo nell’IRONMAN Jan Frodeno è convinto che sviluppare un corretto assetto in sella è il migliore investimento che si possa fare se si spende molto tempo in bici. Frodeno dice che, teoricamente, ci si deve programmare la messa in sella solo una volta (sebbene lui lo faccia ogni anno) e poi è solo necessario resettare i parametri di posizione quando (e se) cambi bici.

“Frodo” utilizza il medesimo assetto per l’IRONMAN e l’IRONMAN 70.3, ed è questa un’ottima strategia. In entrambe queste competizioni si predilige un assetto con maggiore distanza sella-attacco per cui non è indispensabile adottare un diverso posizionamento in bicicletta, a meno che in passato non si siano riscontrati dei miglioramenti con particolari set-ups.

Il fatto che venga mantenuta la stessa posizione per il 70.3 e l’IRONMAN rende la metodica di allenamento più semplice dal momento che non devi cambiare la posizione tutte le volte. Inoltre, ciò ti permette di avere più tempo per adattarti all’assetto migliore per te. E questo è basilare: inizia con largo anticipo a lavorare sul tuo assetto in sella da usare in gara.

Secondo me vale davvero la pena avere un corretto assetto in bicicletta, uno che sia confortevole per te e che ti permetta migliorare le tue prestazioni anziché limitarle. È indispensabile lavorare con un buon meccanico (chiedi consiglio ai tuoi compagni di squadra e/o fai una ricerca su internet ma non entrare subito nel primo negozio che trovi). Descrivi molto bene le sensazioni che hai sulla tua bicicletta, in particolar modo quando ti alleni all’aperto.

Una buona messa in sella, spiega Frodeno, sono soldi ben spesi – e ancora, in teoria, se ne ha solamente bisogno la prima volta. Infatti dopo la messa in fase tu avrai accesso ai dati di posizionamento relativi alla tua bicicletta (in caso contrario puoi richiederli). Quei dati saranno le fondamenta su cui si baseranno i tuoi futuri assetti. Se non riesci a capirli tutti non preoccuparti (molti di non hanno idea di cosa significhino), ma puoi sempre farteli spiegare dal tuo meccanico.

Familiarizzare con la nuova posizione in sella è fondamentale. Non avere fretta e prenditi il tempo necessario per testare il nuovo assetto e assicurati di farlo all’inizio della stagione. Questo ti darà del tempo extra per lavorare sui dettagli. Nel caso in cui tu corra una cronometro veloce qualche mese prima dell’IRONMAN, va anche bene modificare i parametri e sperimentare un po'.

In questo caso, è corretto ricercare una postura più aerodinamica, e con ciò si intende una posizione più “chiusa” nella parte anteriore, e valutare se riesci a mantenerla e per quanto tempo – e valutare soprattutto se riesci a mantenere questo assetto senza perdere né potenza né velocità. Ma in generale, se hai programmato un paio di 70.3 come allenamenti lunghi prima della gara principale, è consigliato usare lo stesso assetto pensato per quest’ultima. Opta per la posizione che rimane la più comoda, anche col trascorrere dei chilometri, che ti permette di ottenere una pedalata più potente o che in ogni caso ti permette di correre più velocemente.

L’anno scorso ho provato due diversi assetti prima dell’IRONMAN. Il primo era fatto solamente di numeri ma totalmente non confortevole. Era stata una stupidaggine e non riuscivo a sostenere la posizione per 40 km. Il secondo era dettato dal confort, ma mi permetteva comunque di spingere forte e andare veloce.

In questa stagione ho pianificato un altro posizionamento (dopo aver effettuato altre ricerche sul mercato) e, un po’ come Tony Martin (si, magari!), sto cercando di mantenere il comfort ma anche cercando di essere un po’ più aerodinamico rispetto allo scorso anno.

Cerca di guardare al processo di sperimentazione come ad una parte divertente del tuo processo di apprendimento dello sport, e non solo come un dolore o una spesa non necessaria. Può fare la differenza fra una stagione agonistica buona e una grandiosa.

L'autore dell'articolo è Nicola Busca, allenatore di triathlon, maestro di sci, giornalista e blogger. Si è reso disponibile a darci alcuni consigli molto utili quando lo abbiamo contattato.

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