Tendinite o tendinopatia del tendine d’Achille
La tendinopatia del tendine d’Achille è una problematica che può essere caratterizzata da dolore, gonfiore, rigidità o debolezza del tendine di Achille interessato.
Tale tendine unisce i muscoli gastrocnemio e soleo (comunemente chiamati polpaccio) alla tuberosità del calcagno (tallone) nella sua porzione posteriore. è costituito da fibre collagene tipo genetico I, elastina, proteoglicani e da una componente cellulare differenziata (i tenociti).
Parlando del tendine di Achille, è frequente imbattersi nelle definizioni di tendinosi o di tendinite: la tendinosi indica un processo degenerativo, la tendinite, invece, un processo infiammatorio rivolto al peritenonio, ovvero quello strato connettivale che circonda il tendine. In questo caso il termine corretto risulta essere peritendinite.
Dal momento che il tendine d’Achille non presenta la guaina tendinea, i fenomeni infiammatori saranno caratterizzati, spesso, da presenza di edema nel tessuto adiposo limitrofo, il cosiddetto corpo adiposo di Kager. In questo caso si parlerà di paratendinite.
Si ritiene possa essere causata da micro traumi ripetuti al complesso muscolo-tendineo. Questi possono verificarsi per una vasta serie di cause, tra cui stress meccanici eccessivi e ripetuti.
Il trattamento può comprendere riposo, impacchi di ghiaccio, antidolorifici, fisioterapia, esercizi specifici e, in alcuni casi, la chirurgia. In una buona percentuali di casi, ma dipendentemente dalle condizioni iniziali, i sintomi della tendinopatia regrediscono in 3-6 mesi dall'inizio del trattamento.
Dove si trova il tendine di Achille e quale funzione ha?
Il tendine di Achille è situato superiormente al calcagno (comunemente chiamato tallone) e unisce i muscoli del polpaccio con il calcagno stesso. Il ruolo biomeccanico del tendine di Achille si esplica nella trasmissione della forza derivata dalla contrazione muscolare del polpaccio al segmento scheletrico.
Si genera così il movimento articolare di estensione del piede o flessione plantare di caviglia. Questa spinta rappresenta un elemento fondamentale dell’atto deambulativo.
Esercita anche un’azione modulatrice e di restituzione elastica di energia grazie alla presenza di fibre elastiche al suo interno.
Quali sono le cause della tendinopatia del tendine d’Achille?
Diverse sono le cause che possono portare allo sviluppo di questa problematica a carico del tendine d’Achille.
Ne citiamo alcune:
- L'uso eccessivo (overuse) del tendine. Questo può avvenire, ad esempio, nelle persone che corrono regolarmente, podisti amatoriali o atleti. Questa patologia è anche frequente nei calciatori, ballerini, tennisti e altri sport caratterizzati da balzi o salti ripetuti).
- L’utilizzo di calzature inadeguate all’allenamento o allo sport praticato
- Avere una scorretta tecnica di corsa.
- Effettuare un’errata programmazione dell’allenamento - per esempio, incrementando l'intensità o la frequenza degli allenamenti senza rispettare il naturale adattamento e recupero fisico.
- Praticare attività sportiva su superfici dure (asfalto) o inclinate (salite-discese).
- L’eccessivo cavismo del piede o piede cavo.
- Avere scarsa flessibilità - ad esempio, dei muscoli flessori del ginocchio (bicipite femorale, semitendinoso e semimembranoso), o muscoli deboli e poco performanti.
La tendinopatia del tendine d’Achille è altresì più frequente nelle persone che soffrono di alcuni tipi di artrite, come la spondilite anchilosante o l’artrite psoriasica. Si ritiene anche che la mappa genetica potrebbe giocare un ruolo importante in alcuni individui che sviluppano questa patologia.
Le persone che assumono, per lunghi periodi, medicinali appartenenti al gruppo dei fluorochinoloni (ad esempio, gli antibiotici ciprofloxacina e ofloxacina) sembra abbiano un rischio aumentato di sviluppare questa tendinopatia.
Quanto è comune la tendinopatia al tendine d'Achille?
Circa 6 persone su 100 sono interessate da questo tipo di condizione clinica almeno una volta nella loro vita. Più vulnerabili risultano sportivi assidui o atleti che sollecitino particolarmente il tendine d’Achille. Il sesso maschile è maggiormente interessato, e la fascia di età più colpita è tra i 30 e i 40 anni.
Quali sono i sintomi della tendinopatia del tendine d’Achille?
I sintomi principali sono rappresentati da dolore e rigidità locale. Sia il dolore che la rigidità tendono a crescere in maniera progressiva nel tempo, e generalmente sono più accentuati al risveglio mattutino per via della lunga immobilità. Dolore severo e improvviso, tale da impedire il cammino, potrebbe invece rappresentare una condizione di rottura del tendine d’Achille e richiede una immediata presa in carico del medico chirurgo.
Il dolore può presentarsi durante l’attività ma, più frequentemente, è maggiore dopo aver terminato l’esercizio o la sollecitazione. Nei praticanti sport di corsa, spesso, il dolore presente all’inizio dell’attività tende a ridursi con il trascorrere del tempo, per poi aumentare nuovamente dopo averla terminata.
In molto casi, il dolore da tendinopatia del tendine d’Achille arriva a limitare anche le normali attività quotidiane come fare le scale o camminare per lunghi tratti. Palpatoriamente, può essere evocato toccando l’area del tendine dolorante che può presentare anche gonfiore apprezzabile.
Ho bisogno di esami per la diagnosi di tendinite del tendine d’Achille?
La diagnosi viene effettuata clinicamente, tramite la visita medica. Attraverso la raccolta anamnestica, l’osservazione del tendine, la palpazione e alcune prove fisiche è generalmente possibile avere un quadro sufficientemente chiaro per una valutazione corretta.
Ad esempio, la richiesta di restare in equilibrio sulla gamba affetta e sollevare il tallone, spesso è sufficiente a riprodurre il dolore. Diversamente può venire richiesto di effettuare un piccolo balzo sul posto ed in avanti per aumentare la sollecitazione meccanica.
Una valutazione importante è sempre quella di escludere una rottura completa del tendine di Achille. Questa viene eseguita tramite lo Squeeze Test che consiste nel comprimere a mo’ di pinza il polpaccio. La flessione plantare della caviglia che ne consegue dimostra la continuità strutturale del tendine.
L’esame del tendine tramite ecografia può risultare estremamente importante per quantificare e dettagliare la problematica al fine di ottimizzare la scelta terapeutica. In alcuni casi, sempre a discrezione del medico, potrebbe essere richiesta una risonanza magnetica.
L’esame del tendine tramite ecografia può risultare estremamente importante per quantificare e dettagliare la problematica al fine di ottimizzare la scelta terapeutica. In alcuni casi, sempre a discrezione del medico, potrebbe essere richiesta una risonanza magnetica
Come si cura la tendinopatia del tendine d’Achille?
Esistono tutt’oggi diversi trattamenti che possono essere inclusi nella terapia. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni.
- Riposo
Il riposo e lo scarico dell’attività sportiva rappresentano la prima forma di terapia per la tendinopatia achillea. Dovrebbero quindi essere interrotte attività ad alto impatto o sportive (ad esempio la corsa), per un periodo limitato e valutato da caso a caso. Con il miglioramento del dolore possono essere reintrodotti esercizi specifici così come consentito dal dolore.
- Farmaci antidolorifici
Antidolorifici come il paracetamolo o l’ibuprofene possono ridurre il dolore. L’ibuprofene appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati NSAIDs, antinfiammatori non-steroidei. Ricordiamo, ovviamente, che l’assunzione di farmaci deve essere sempre valutata e decisa dal medico. La copertura dal dolore può sì dare sollievo, ma espone il tendine ad un possibile sovraccarico proprio grazie alla diminuzione di percezione dolorosa.
Crioterapia (applicazione di ghiaccio locale)
Può essere utile per il controllo del dolore ed avere effetti benefici sul gonfiore. Sessioni di 10-30 minuti ripetute più volte al giorno sono consigliate. Il ghiaccio (borsa del ghiaccio o ice-pack) va sempre applicato interponendo uno strato protettivo sulla cute per evitare ustioni da freddo. Va posto sulla zona tendinea dolente o tumefatta.
- Esercizi per il tendine d’Achille
Alcuni esercizi specifici rappresentano uno strumento complementare di cura per la tendinopatia del tendine d’Achille. E’ fondamentale che questi vengano inseriti con tipologia, modalità e quantità scelte opportunamente dallo staff riabilitativo rispetto alle condizioni cliniche del soggetto. Questo consente di evitare ulteriori sovraccarichi al tendine che potrebbero risultare dannosi, e di promuovere invece al meglio il processo di guarigione.
- Plantari o solette
Può essere utile, in alcuni casi, l’utilizzo di solette (esempio Noene) o plantari di scarico da utilizzare all’interno delle proprie calzature. Questi ausili possono ridurre il dolore agendo sulle componenti meccaniche nocive.
- Iniezioni di steroidi
L’utilizzo locale di steroidi è un’opzione terapeutica nel trattamento della tendinopatia del tendine di Achille. Attualmente questa procedura è ancora controversa per via degli effetti collaterali (side effects) dei farmaci steroidei. Nell’iniezione diretta del tendine, infatti, vi è il rischio, a lungo termine, di danni al tendine stesso. Un’ alternativa utilizzata, che sembra avere minori effetti collaterali, è quella di iniettare il farmaco attorno al tendine anziché al suo interno. In alcuni casi refrattari ad altre terapie riabilitative, l’iniezione di steroidi viene utilizzata, oculatamente, per ridurre il dolore e l’infiammazione locale. Spesso, per ottimizzare la procedura, si utilizza la procedura eco guidata, con il supporto quindi di strumentazione ecografica .