Epicondilite o “gomito del tennista”
L’epicondilite, più comunemente chiamata “gomito del tennista”, è una condizione dolorosa che interessa la parte laterale dell’articolazione del gomito. Il termine epicondilite, in realtà, non sempre descrive correttamente le caratteristiche della patologia. Lo stato infiammatorio acuto richiamato dal suffisso “ITE”, infatti, è presente solo in alcuni casi.
Molto più spesso si presentano condizioni che saranno descritte approfonditamente nel proseguo dell’articolo. Questa patologia è spesso causata da un utilizzo eccessivo dei muscoli, e quindi dei tendini, che fanno capo a questa regione dell’articolazione del gomito. Per ragioni di semplicità, chiameremo d’ora in poi questa patologia “gomito del tennista”.
Cos’è il “gomito del tennista” e quali sono i sintomi?
Il gomito del tennista provoca, come detto, dolore alla regione laterale del gomito. Spesso questo dolore è affiancato da impotenza funzionale in alcuni movimenti che coinvolgono il gomito ed il polso. In termini tecnici, la problematica è più correttamente descritta dai termini “entesite laterale del gomito”, “tendinosi inserzionale laterale del gomito”.
Per molte persone affette da questa problematica, il dolore si presenta quando vengono richiesti movimenti come, ad esempio, girare una chiave o svitare un barattolo. In altri casi, invece, il dolore può essere presente anche a riposo ed influenzare negativamente il riposo notturno.
Il dolore può irradiarsi a volte verso il polso e può risultare difficile usare oggetti come un coltello o una forchetta, tenere una tazza o una penna, versare l’acqua da una bottiglia o distendere completamente il braccio.
Esiste anche il cosiddetto “gomito del golfista” o epitrocleite, patologia simile che interessa però la regione mediale (interna) del gomito, di cui tratteremo in un approfondimento a parte.
Quali sono le cause del “gomito del tennista”?
La zona di dolore è corrispondente alla regione di inserzione dei tendini dei muscoli cosiddetti epicondilari. Tale dolore è spesso causato da gonfiore, degenerazione, ispessimento o calcificazioni a livello dei tendini nella loro sede di inserzione ossea.
Queste condizioni provengono generalmente da un uso eccessivo (overuse), in movimenti quali ad esempio strizzare i vestiti o altri lavori manuali con componente torsiva (es. l'uso di un cacciavite). Anche la pratica del tennis può stimolare intensamente la regione laterale del gomito.
Nonostante questa patologia venga definita "gomito del tennista", in realtà la sua incidenza è di solo 5 individui su 100 che praticano questo sport.
Chi soffre del "gomito del tennista"?
L’epicondilite interessa circa 1-3 persone su 100. La fascia di età maggiormente interessata è compresa tra i 40 e i 50 anni e non vi è differenza tra i sessi.
Il "gomito del tennista" è più frequente in soggetti non sufficientemente allenati allo specifico sforzo richiesto. Alcuni esempi di insorgenza di dolore:
- ripetuta attività sportiva con insufficiente training adattativo
- lavori di casa o di giardinaggio intensi o prolungati
- utilizzo di strumenti di lavoro vibranti (es. trapano)
- prolungata attività al computer
Professioni a rischio sono, ad esempio, i parrucchieri, i falegnami, gli stuccatori, i meccanici a causa dei ripetuti sforzi di presa manuale e di prono-supinazione dell'avambraccio.
Spesso è difficile riconoscere un momento esatto di insorgenza della patologia.
Più frequentemente, il dolore insorge pian piano in virtù dell'accumulo di stress meccanico.
Come viene diagnosticato il "gomito del tennista"?
Generalmente la diagnosi è essenzialmente clinica. L'anamnesi, la valutazione fisica e il dolore evocato con alcune prove manuali permettono in genere di effettuare una diagnosi chiara.
Se, dopo un periodo adeguato di terapia, i sintomi persistessero, possono essere richiesti approfondimenti quali, ad esempio, RX, ecografia o risonanza magnetica, che possono fornire informazioni utili per un inquadramento più approfondito.
Consigli pratici di prevenzione
Discutete con il vostro medico ed il vostro datore di lavoro su quali modifiche dell’attività lavorativa possiate apportare per avere sollievo dal dolore.
Vi consigliamo comunque, in generale, di:
- apportare modifiche all’attività lavorativa che possano alleviare i sintomi
- inserire pause durante l’attività per dare sollievo alla muscolatura delle braccia
- nella pratica sportiva, programmare coscientemente l'incremento dei carichi di lavoro
- mantenere la muscolatura dell'avambraccio elastica con sedute di stretching specifico.
Cura e opzioni di trattamento del “gomito del tennista”
Avendo un’origine tipicamente meccanica, è importante cominciare a modificare o eliminare quelle sollecitazioni che ne hanno causato l’insorgenza. In alcuni casi, questo semplice intervento può portare ad una remissione completa dei sintomi.
Le opportunità terapeutiche per l’epicondilite possono comprendere: fisioterapia, consigli ergonomici, crioterapia (applicazione di ghiaccio locale), tutori, farmaci sistemici o per via locale, onde d’urto focali e, in alcuni casi, chirurgia ortopedica.
È fondamentale, sempre, avere una diagnosi corretta prima di intraprendere qualsiasi percorso terapeutico.
Per avere sollievo dal dolore, può essere utile, nelle fasi iniziali, l’applicazione di ghiaccio locale, specie se presente un processo infiammatorio.
La letteratura suggerisce anche che l'assunzione di farmaci antidolorifici (es paracetamolo) o antinfiammatori (es l'ibuprofene) può risultare efficace per alleviare il dolore da epicondilite.
L'utilizzo di antinfiammatori in forma di gel o creme da applicare sopra il gomito doloroso può trovare il suo razionale per via dei minori effetti collaterali rispetto a quelli assunti per via orale.
L'evidenza suggerisce, tuttavia, che, oltre agli effetti collaterali citati, questa terapia antidolorifica non migliora la condizione nel lungo termine.
Fisioterapia e Riabilitazione
La fisioterapia e l'approccio riabilitativo è dimostrato essere molto efficace nella cura dell'epicondilite. Nelle sedi FISIOROM si utilizzano le più efficaci opzioni terapeutiche quali tecniche di massaggio muscolare, tecniche osteopatiche, laser terapia ad alta potenza o ultrasuono-terapia, onde d’urto focali ed esercizi rieducativi specifici. .
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato maggiore efficacia sul dolore nel breve termine (entro le prime sei settimane) tramite infiltrazioni di corticosteroidi. Nel lungo termine, tuttavia, l'efficacia dell'approccio fisioterapico risulta essere maggiore (da tenere in considerazione anche i possibili effetti collaterali dei farmaci steroidei sui tessuti).
Nel trattamento riabilitativo è importante ricercare le cause che abbiano condotto allo sviluppo della problematica e non solo dedicarsi al trattamento locale. Nelle sedi FISIOROM viene effettuata una attenta valutazione posturale e biomeccanico-funzionale per valutare eventuali squilibri posturali e/o funzionali.